La nostra vita sulla Terra
L’uomo rappresenta la più grande disgrazia che la Terra abbia conosciuto in 4,6 miliardi di anni di vita..
La vita dell’uomo, anzi la vita di ogni singolo uomo rappresenta solamente un problema per l’ecosistema. L’esistenza di ognuno di noi (così come la conduciamo) non fa altro che danneggiare il pianeta.
Per spostarci da un posto all’altro noi non camminiamo, noi bruciamo del petrolio. Per vestirci poi causiamo dei danni enormi: container e container di vestiti prodotti in modi tutt’altro che ecologici solcano i mari per migliaia di chilometri prima di arrivare nei nostri armadi. Noi non produciamo il cibo con cui ci ingozziamo, a noi viene più comodo farcelo arrivare da centinaia di chilometri di distanza, trasportato da dei camion.
Pensiamoci bene, ogni atto che compiamo peggiora il pianeta. Purtroppo questa è una riflessione incontrovertibile, una verità assoluta.
Forse solo un’esistenza portata avanti come facevano i pellerossa americani e quella di alcune tribù esotiche può essere considerata veramente eco-friendly.
Non basta lasciare l’auto ferma una volta alla settimana per fermare questo declino. Non basta usare una busta biodegradabile quando andiamo a fare la spesa per essere amici della natura. Bisogna rivedere profondamente il nostro modo di vivere per rendere la nostra esistenza davvero sostenibile.
Invece noi siamo peggio delle cavallette: da quando l’uomo ha fatto la sua comparsa sulla faccia della Terra il 46% del patrimonio forestale mondiale è scomparso.
Secondo un recentissimo studio coordinato dai ricercatori dell’Università di Yale, oggi sulla Terra ci sono 3000 miliardi di alberi, molto più di quanto finora stimato. Ogni abitante del pianeta possiede di media 420 alberi tutti per lui. Questa potrebbe sembrare una buona notizia, ma come sempre nasconde una trappola: ogni anno scompaiono a causa della deforestazione ben 15 miliardi di alberi. Ripeto: ogni anno 15 miliardi di alberi scompaiono!
Io penso che dovremmo sentirci più responsabili, ognuno di noi dovrebbe cambiare profondamente il proprio stile di vita. Senza scomodare antiche popolazioni ormai estinte, vorrei citare come piccolo-grande esempio quello di Brendon Grimshaw un inglese che ha deciso di cambiare il suo stile di vita improntato al consumismo (lo stile di vita di tutti noi) ed ha deciso di rendere davvero utile ed ecosostenibile la propria esistenza. Ha deciso di acquistare un’isola deserta alle Seychelles e vi si è trasferito; durante gli anni è riuscito a farla diventare un’isola completamente verde, piantando 16.000 alberi.
Ora Grimshaw non è più tra di noi, ma possiamo affermare che la sua vita è stata davvero utile per il pianeta e quindi per la vita degli altri uomini. Di pochi altri si può dire la stessa cosa.
Per chi volesse approfondire, consiglio un bellissimo video (in inglese) sulla storia e l’eredità lasciata da Brendon Grimshaw