Sesso a pagamento
Non nascondiamoci dietro ad un dito, la prostituzione è un problema di tutto il mondo, da tempo immemore. Si parla infatti di mestiere più antico del mondo proprio perché la prostituzione esiste più o meno da quando esiste una collettività di persone.
I dati presenti in questo articolo sono attinti dall’e-book “Eden, trova il Tuo Paradiso Terrestre”. Nell’e-book è presente un capitolo nel quale si effettua un ritratto mondiale della prostituzione, paese per paese, da quelli dove è perfettamente legale e considerata come una qualsiasi altra professione, fino a quelli dove è punibile con la pena di morte.
Si dice che il mondo giri intorno al sesso ed al denaro. La prostituzione è sia l’uno che l’altro. I guadagni sono veloci ed importanti. Le cifre a cui si può ambire sono abbaglianti: una ragazza di un go-go bar tailandese guadagna 20 o 30 volte quello che guadagnerebbe con qualsiasi altro lavoro. Una “ragazza in vetrina” ad Amsterdam incassa circa 13.000 euro al mese. Ed allora in alcuni stati come la Germania si pubblicizza il sesso a pagamento come una qualsiasi altra attività. Di recente, si è verificato il caso ben documentato di un bordello di Berlino che ha lanciato una promozione tramite la quale ha iniziato ad offrire ai propri clienti un pacchetto “all-inclusive”, che permette di mangiare, bere ed, ovviamente, usufruire di una prestazione sessuale: il tutto al costo di soli 70 euro.
Ma troppo spesso, la prostituzione è legata alla povertà ed alla schiavitù. Lo sfruttamento di giovani donne (e uomini) ed anche di bambine (e bambini) è il più delle volte una regola piuttosto che una eccezione. Proprio in Thailandia, le ragazze dei “go-go bar” e dei “sexy shop” richiamano senza dubbio più stranieri di quanto non facciano le belle spiagge. Le giovani ragazze vivono in una realtà abominevole. Per riuscire a reggere questo tipo di vita si deve ricorrere all’uso di psicofarmaci ed alcool. Si verificano molti suicidi, soprattutto quando le condizioni fisiche di chi si prostituisce non consentono più di lavorare. Il detto più comune di Patpong, una strada di Bangkok, è: “donne a 10 anni, vecchie a 20, morte a 30”.
Ecco poi il titolo di un recente articolo di Soleterre, un’organizzazione non governativa impegnata in Costa d’Avorio: “Costa d’Avorio: baby prostitute per 0,46 euro”. Il fenomeno della prostituzione minorile e della tratta dei minori ha raggiunto nel paese dimensioni straordinarie, arrivando a superare i 400mila casi di bambini in un paese che conta 21 milioni di abitanti. La povertà costituisce il principale motivo di tutto questo: infatti, l’entrata economica media di una famiglia ivoriana è di 30 euro al mese, quindi per poter permettersi qualsiasi altra cosa che non sia un pasto al giorno, si spingono i minori a vendere il proprio corpo.
Dopo secoli di battaglie, pare che l’unico modo per combattere realmente la prostituzione non sia quella di contrastare gli sfruttatori (spesso appartenenti a pericolose organizzazioni malavitose) o punire le prostitute (che sono il più delle volte vere e proprie vittime), ma concentrarsi sui clienti. La prostituzione è diffusa soprattutto perché esiste una grande richiesta. La clientela è ampia nella fascia d’età che parte dai 16 fino agli 80 anni. I clienti appartengono a tutte le classi sociali ed a tutti i livelli culturali. Il 70% di essi è costituito da persone regolarmente coniugate. Molte hanno figli. Il 43% dei clienti richiede rapporti non protetti. Nonostante l’alto rischio di contrarre malattie trasmesse sessualmente, molti clienti si dichiarano non preoccupati.
Le cause che più frequentemente spingono una persona ad avvalersi dei servizi di una prostituta sono la solitudine e la difficoltà ad instaurare relazioni significative con le donne. Per coloro che non hanno questo tipo di problematiche, prevale invece il desiderio di cambiare donna frequentemente e vivere esperienze diversificate.
Una recente indagine ha evidenziato ciò che potrebbe portare i clienti a rinunciare ad andare a prostitute. Alla domanda: “cosa potrebbe realmente dissuaderla dal fare visita ad una prostituta?”, la maggioranza dei clienti ha risposto in ordine decrescente:
- se venissi inserito in un registro pubblico come “molestatore sessuale”;
- se la mia foto e/o il mio nome venissero apposti su un cartellone pubblicitario, o su un giornale locale;
- se dovessi trascorrere qualche giorno in carcere;
- se la mia foto e/o il mio nome fossero pubblicati su Internet
- se venisse inviata una lettera ai membri della mia famiglia.
Qualora uno Stato mettesse in pratica seriamente queste pur semplici azioni nei confronti di ogni cliente colto sul fatto, non ci sarebbe bisogno di arrestare le prostitute o dare la caccia agli sfruttatori, dato che entrambi, semplicemente, non avrebbero convenienza a rimanere in un luogo nel quale non vi è richiesta dei loro servizi.
Questo articolo vuole fare un po’ di luce sulla situazione nei vari paesi del mondo. Ecco perché (attingendo dai dati dell’e-book “Eden, trova il Tuo Paradiso Terrestre”) è stata realizzata la classifica dei 10 paesi nei quali è più facile accedere alla prostituzione, così come la classifica dei 10 paesi nei quali è più difficile accedere alla prostituzione.
Paesi nei quali è più facile accedere alla prostituzione:
1. Svizzera
2. Thailandia
3. Repubblica dominicana
4. Olanda
5. Uruguay
6. Brasile
7. Turchia
8. Germania
9. Cuba
10.Estonia
Paesi nei quali è più difficile accedere alla prostituzione:
1. Malta
2. Tuvalu
3. Iraq
4. Sao Tomè e Principe
5. Algeria
6. Bhutan
7. Grenada
8. Islanda
9. Moldavia
10. Maldive